mercoledì 3 agosto 2011

Lidia, il mio Piccione

Questa è una storia come tante altre, non c'è nulla di speciale se non la voglia di trasmettere una scintilla nell'animo di chi legge, la scintilla della compassione e dell'azione.

h:18.30 devo prendere il tram 23 per andare in sede Lav e sistemare i libri negli scatoloni in vista del "restauro" della sede...  mi avvicino al tram e trai binari vedo un piccione immobile. Mi avvicino e capisco che è vivo, ma ferito, non riesce a spostarsi da solo, cosi poggio la borsa per terra e a mani nude, sentendo risuonare nelle orecchie le voci di mille anni di educazione "non toccare a mani nude i piccioni, sono pieni di malattie", lo sposto.  Ha la zampa destra ferita, saltella sull'altra e cercando di aprire le ali mi mostra una ferita sulla schiena, non grande, sotto l'ala destra.  
Mi guardo intorno...un ragazzo fermo mi guarda... gli chiedo "hai un cartone?", era ovvio che non l'avesse, ma volevo coinvolgerlo nell'operazione di soccorso, o forse sentirmi meno sola.
Ed è stato allora che ho sentito la voce di mia madre "lascialo li, qualcuno se ne prenderà cura..."...già, qualcuno...
Il tram stava partendo ed un vecchio mi dice "lascialo là, che tra un po si riprende da solo e vola via"...già, si riprenderà da solo...
Salgo sul tram e resto a metà sulle scalette d'ingresso, guardando il piccione fuori... non so cosa fare...devo andare in sede, ho da fare, non posso fare tardi...ma la mia coscienza urla a squarciagola.
Le porte si chiudono, ed io rimango incastrata dentro "un attimo!!" urlo...ed l'autista mi libera...
il tram è partito, ed io sono sopra...
Non riesco a stare tranquilla, mi sento in difetto...
"qualcuno se ne prenderà cura!"...qualcuno chi? chi se ne prenderà cura? perchè qualcuno dovrebbe farlo se non l'ho fatto io? e se tutti pensassero "qualcuno se ne prenderà cura" chi sarà a farlo? chi è quel qualcuno se non io che mi definisco "animalista"...
E' pur vero che tantissime volte sono rimasta vicino a piccioni feriti o apparentemente tali, che dopo ore di mio panico in preda a "oddio che faccio!" mi hanno guardata e se ne sono svolazzati allegramente!
Sarebbe stato cosi anche questa volta? avrei perso l'appuntamento con le altre per essere presa in giro dall'ennesimo piccione? Oppure stavolta è diverso, stavolta sta male davvero, ed io sono andata via?
Nella testa tutti questi pensieri fanno male, non sono solo pensieri, sono sensazioni di disgusto per quello che ho fatto...sono andata via...

Il succo della storia è che tante volte, troppe volte, ci hanno insegnato a guardare e andare avanti... pensare che qualcun altro avrebbe fatto qualcosa...beh,  sappiate che non c'è nessuno dietro di voi a guardare nello stesso punto dove avete guardato voi, NESSUNO. quindi siete voi quel qualcuno che deve fare qualcosa. siete voi quel qualcuno che se ne occuperà, si, qualcuno lo farà, e siete voi.
Non importa se avete un appuntamento, se vi sta partendo un aereo, non importa se la mamma vi ha insegnato a pensare ai fatti vostri, a non toccare i piccioni perchè sono sporchi e malati,  non importa nulla, perchè siete voi che dovete agire! BASTA SCUSE! se siete cosi sensibili da vedere un piccione sulla strada e provare compassione, dovete avere il coraggio di agire...

...La sera sono tornata...era ancora li dove lo avevo messo...l'ho portato a casa e stamattina mangiava di gusto il pane e beveva acqua e zucchero. Ho visto che era anche cieco da un occhio...essendo Santa Lidia l'ho chiamato Lidia, non so se è femmina o maschio... stamattina l'ho portato all'enpa...




Un ringraziamento speciale va a Jo che mi ha consigliata durante il mio panico "cosa faccio, cosa faccio" e mi ha portato lo scatolone, e a Valentina, che mi è venuta a prendere in un giorno di vacanza e mi ha portata all'enpa! :)